Tornare indietro nel tempo per cambiare le cose. Il multiverso è un concetto che affascina l’uomo da sempre, anche da quando non lo si chiamava ancora multiverso.
Se ogni decisione presa genera un bivio tra mondi paralleli, come sarebbe andata se avessimo fatto una scelta invece di un’altra?
Vivere significa prendere continuamente delle decisioni che, nel breve o nel lungo termine, possono rivelarsi giuste o sbagliate. Come un tiro della moneta con il testa o croce. Una specie di lotteria sulla nostra pelle.
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Spesso ritorniamo con nostalgia ai tempi passati a fantasticare su come sarebbe stata la nostra vita se avessimo fatto in un modo o nell’altro. Il problema di questo atteggiamento è che essendo a conoscenza dell’esito iniziamo ad autocriticarci.
A tal proposito a Napoli esistono alcuni detti:
“Se mio nonno avesse le ruote sarebbe un tram”
o anche:
“Se mio nonno avesse tre palle sarebbe un flipper”
Questo per dire che, col senno di poi, tutto diventa facile, anche l’impossibile.
Partiamo da un concetto banale: indietro non si può tornare e, quindi, trascorrere il resto della vita a rimuginare innesca solo un inutile, lento e serio processo di autoditruzione.
Vivere rivolti al passato è un po’ come camminare per strada guardando all’indietro, col tempo perdi di vista i pericoli che ti sono davanti.
Proprio sul vivere distratti c’è una storiella raccontata da Platone su Talete:
Talete era solito passeggiare di notte con lo sguardo rivolto al cielo ad osservare le stelle, a causa di questa abitudine, una sera, cadde in un pozzo scatenando le risa e gli sbeffeggi della sua serva.
Cosa fare allora? Qual è il sistema giusto? La risposta corretta semplicemente non esiste.
A mio avviso molto dipende dalla propria età e dalla propria maturità.
Volendo generalizzare, da giovani siamo più impulsivi e quindi con più attitudine a lanciarci nel vuoto incuranti delle conseguenze; al contrario, da adulti, tendiamo ad effettuare scelte più ponderate e meno rischiose. Vien da se che da giovani è molto più facile commettere errori.
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E quindi? Quindi, non potendo tornare indietro, dobbiamo accettare l’idea che la vita è si come una strada, ma una strada a senso unico. Che sbagliare, sbagliare e ancora sbagliare è il vero e unico modo per non sbagliare più. Come quando da bimbi abbiamo iniziato a camminare, non ci siamo arresi dopo centinaia di cadute e alla fine abbiamo imparato a camminare lo stesso anzi: abbiamo iniziato a camminare proprio grazie alle cadute.
L’unico modo per andare avanti è prendere consapevolezza che ogni scelta fatta, ponderata o meno, è stata la scelta che in quel preciso momento credavamo fosse la migliore; non importa se poi le cose siano andate diversamente, non potevamo saperlo. La somma di tutte le scelte ci ha portati qui, in questo preciso momento. Se io, o tu, avessimo fatto anche una sola cosa diversa, probabilmente non saremmo qui ora. Siamo ciò che siamo perché siamo la somma di tutte le scelte giuste o sbagliate che abbiamo compiuto.
Il tuo problema è risolvibile? No? E allora di cosa ti preoccupi?
Il tuo problema è risolvibile? Si? E allora di cosa ti preoccupi?
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